Roma, completata l'espulsione delle famiglie di via Giolitti!
Anche le ultime famiglie, le quali a causa della mancanza di alternative e nonostante il pericolo erano rientrate all'interno degli alloggi, stanno per essere sgomberate. Nessuna soluzione accettabile per i nuclei, i quali chiedono solo una soluzione alloggiativa in attesa dello svolgimento dei lavori di messa in sicurezza del palazzo evacuato a fine novembre.
I nuclei evacuati da via Giolitti 137 subiscono l’ennesimo atto di abbandono ed allontanamento. Gli abitanti che in seguito all’evacuazione e la sistemazione, momentanea e provvisoria in un albergo, non sono riusciti a trovare una soluzione autonomamente e che, nonostante il pericolo in cui versa il palazzo, hanno deciso di rientrare nei propri alloggi, sono stati definitivamente cacciati con l’uso della forza pubblica. Ieri sera infatti, in seguito all’istallazione di una porta di ferro su mandato dell’amministrazione condominiale, i vigili sono intervenuti per allontanare chi tentava di rientrare e fare uscire chi invece si trova all’interno. Da quel momento è iniziata una trattativa per trovare una soluzione, durata ore e conclusasi con un nulla di fatto e con un picchetto permanente da parte degli agenti della Polizia Municipale, avente lo scopo sia di impedire l’accesso a chi è rimasto fuori, sia di fare uscire chi è dentro.
Asia-Usb, presente con i propri attivisti in sostegno degli abitanti, è consapevole del rischio che questi corrono abitando nel palazzo. Tuttavia, dal lato umano, non può che esprimere tutta la propria solidarietà a chi si è visto costretto ad effettuare una tale forzatura pur di non ritrovarsi in mezzo alla strada o a decine di chilometri dai propri luoghi. Inoltre rimaniamo fortemente contrari a tutte le proposte fin qui avanzate da Roma Capitale, e proponiamo per l’ennesima volta di utilizzare gli alloggi di proprietà del Comune, i quali nonostante si trovino a pochi metri di distanza, vengono tenuti vuoti da anni.
Le soluzioni che invece vengono avanzate sono sempre più irricevibili e si contraddistinguono per l’uso di associazionismo e rete caritatevole, non impegnando l’Amministrazione nell’uso delle proprie prerogative al fine di garantire il Diritto alla Casa. Basti pensare che ieri si è chiesto l’intervento di “Nonna Roma”, associazione di volontariato attiva nel mutuo soccorso (banco alimentare etc…), la quale avrebbe potuto ospitare per sole due notti uno dei nuclei interessati all’operazione. D’altro canto l’intenzione è di destinare le risorse comunali in altre direzioni: soldi a strutture di dubbia qualità, delibere municipali su canoni a libero mercato, forze di polizia metropolitana dispiegate per impedire agli abitanti di entrare negli alloggi. Le risposte insufficienti del comune hanno indirettamente provocato il licenziamento di uno degli abitanti il quale non ha avuto il permesso di assentarsi dal lavoro (col fine di trovare urgentemente una soluzione abitativa) ed ha dunque perso il posto, aggiungendo drammaticità a tutta la sua vicenda.
Quanto successo in questi mesi a via Giolitti è sintomo di una politica incapace di reagire alle emergenze, cui manca la volontà di dotarsi di strumenti atti a risolvere i problemi, complessi e urgenti, che sempre più spesso si vanno configurando in città. Inoltre, il mancato ascolto dei bisogni reali dei cittadini, dei suggerimenti delle parti sociali e delle rappresentanze, comporta un’ulteriore fattore di sfiducia nei confronti delle istituzioni e degli uffici, i quali, va sottolineato, non eccellono certo per efficienza e trasparenza. Abbiamo chiesto, a titolo di esempio, di chi fosse la responsabilità dei mancati interventi di consolidamento (attuati sulle scale confinanti al civico 137), segnalati dalle Autorità fin dal 1999. Non ci è pervenuta alcuna risposta. Abbiamo altresì domandato come fosse stato possibile che le compravendite degli immobili siano proseguite nonostante lo stato di pericolo del palazzo, anche in questo caso non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Abbiamo fatto notare in Assemblea, neanche 10 giorni fa, che l’attuale impostazione del Dipartimento favorisce i processi di gentrificazione in corso a Roma, anziché contrastarli nell’interesse collettivo. Tutto questo in un contesto generale di completo abbandono nei confronti di chi è in difficoltà e on riesce a pagare un affitto. A riprova di questa ultima affermazione, basti pensare che un organismo internazionale come l'ONU è più volte intervenuto al fine di chiedere la sospensione delle esecuzioni degli sfratti segnalatigli, vista la mancanza di soluzioni alternative atte a conservare il Diritto all'Abitazione e l'integrità del nucleo familiare, così come sottoscritto dallo Stato Italiano nelle convenzioni firmate.
Asia-Usb continua a proporre una soluzione che è ottimale sia dal punto di vista degli abitanti, i quali rimarrebbero al Rione Esquilino, sia dal punto di vista del Comune di Roma, il quale non sborserebbe ulteriore denaro collocando all'interno del proprio patrimonio i cittadini interessati all'evacuazione. Esorta inoltre la Giunta a fare chiarezza sulle responsabilità di chi ha ignorando per 20 anni il verbale con cui si segnalavano problemi di tipo strutturale, senza condurre alcun lavoro di consolidamento.
Infine invitiamo tutti gli abitanti a manifestare il proprio disappunto nella giornata di mobilitazione prevista per il 24 febbraio, alle ore 17:00, presso Piazza del Camnpidoglio.
Asia-Usb Roma