Venchi chiude un negozio a Fiumicino e trasferisce 10 madri con figli minori, anche in zone rosse
Il 3 novembre, durante un incontro con USB per la definizione di una controversia legale sui part-time, la società Venchi S.p.A. comunica senza troppi giri di parole che discutere di turnazione oraria è del tutto inutile in quanto è già stata predisposta la chiusura di un negozio, dei tre presenti all’aeroporto di Fiumicino, e quindi raggira il divieto di licenziamento trasferendo il personale su territorio nazionale.
Nessuna previa comunicazione alle rappresentanze aziendali e una doccia fredda per lavoratrici e lavoratori che non restano in cassa integrazione, come previsto dai decreti emanati, bensì vengono loro consegnate delle lettere di trasferimento per Torino, Parma, Vicenza, Piacenza, Venezia e Siena, nonostante l’azienda conti altri quattro punti vendita su Roma e altri due in aeroporto.
Inaccettabile il comportamento della società Venchi che si “disfa” di 11 lavoratrici e lavoratori, di cui 10 lavoratrici madri di figli minori.
L’azienda avrebbe potuto mantenere la cassa integrazione messa a disposizione dal Governo per affrontare la crisi sanitaria, senza dover affrontare alcun costo, ma preferisce mettere i suoi dipendenti in condizione di dimettersi, trasferendoli a centinaia di chilometri da casa e per di più nelle cosiddette zone rosse, mettendo gravemente a rischio la loro salute.
Una operazione predisposta volutamente per raggirare il divieto di licenziamento, eliminare il contenzioso legale sulla illegittimità del part-time, disfarsi di lavoratrici “scomode” perché rivendicavano i loro diritti.
USB ha denunciato questo gravissimo atto di arroganza padronale in tutte le sedi – Enti Locali, Ministero del Lavoro e Ispettorato del Lavoro – chiedendo con forza a tutte le istituzioni un intervento per impedire che in questa fase di crisi si perdano posti di lavoro, soprattutto delle donne più esposte a una condizione di difficoltà.
E’ inaccettabile che ancora una volta siano i lavoratori e le lavoratrici a pagare la grave crisi di un sistema dedito esclusivamente al profitto che ha evidenziato tutte le sue falle in questo periodo di emergenza pandemica.
La lavoratrici e i lavoratori vi aspettano assieme ad USB martedì 10 novembre alle ore 10.00 davanti al Comune di Fiumicino per far ascoltare la loro voce e chiedere un intervento a tutela dell’occupazione.
USB COMMERCIO