UNA PIOGGIA DI SFRATTI STA PER ABBATTERSI SULL’INQUILINATO.
PIOVONO LE RICHIESTE DI ESECUZIONE E LE CITAZIONI IN TRIBUNALE.
E' EMERGENZA SFRATTI
Roma, 07/09/2021
A pochi giorni dalla riapertura di alcune delle nostre sedi a Roma, abbiamo ricevuto numerose richieste di aiuto relative a istanze di sfratto ed esecuzioni degli stessi, i quali, come è noto sono ripresi conseguentemente alla fine del blocco che li ha interessati per gran parte del periodo del lockdown.
Il fenomeno riguarda l’edilizia residenziale a tutti i livelli:
- Edilizia pubblica, con gli sgomberi riguardanti coloro i quali sono rimasti ingiustamente esclusi dalla legge di regolarizzazione approvata a febbraio del 2020 dalla Regione Lazio, e gli sfratti per morosità. Si aggiungono tutti i procedimenti in corso relativi ai Piani di Zona
- Enti previdenziali, con sfratti, procedure di sgombero ed addirittura di sequestro dell’immobile da parte del magistrato, per evitare l’iter previsto dalla legge.
- Edilizia privata, nella quale si prepara la vera e propria pioggia di esecuzioni per i provvedimenti emessi prima delle misure anti-pandemia, e di nuove richieste di sfratto da infliggere a chi durante le chiusure per forza di cose ha perso tutto o parte del reddito, il tutto con grande goduria delle associazioni dei proprietari.
- Anche se non sono sfratti non bisogna sottovalutare i pignoramenti degli immobili ai danni dei mutuari insolventi per i medesimi motivi appena esposti.
Va subito chiarito che di fronte a quello che si preannuncia come una bomba sociale di proporzioni inedite le misure adottate da stato, regioni e comuni, sono state insufficienti. Nel caso del comune di Roma si cade nel ridicolo, vista l’incapacità degli uffici, ridotti all’osso in maniera mirata sia dal punto di vista delle competenze che delle possibilità , nel gestire in modo rapido i contributi sia ordinari (anno 2019) che straordinari (anno 2020): di fatto tantissimi cittadini che hanno presentato al domanda non hanno ricevuto risposta né tantomeno il contributo.
La seconda riflessione che il nostro sindacato intende condividere riguarda la composizione sociale di chi rischia di finire per strada. Non si tratta più solo del sottomondo di disoccupati e precari, cui solitamente si pensa quando si parla della crisi abitativa, ma viene coinvolto sempre di più il ceto medio impoverito, che con l’arresto di alcune attività economiche ed in assenza di ristori adeguati ha in un primo momento dato fondo al risparmio ed in seguito è stato costretto a non pagare più i canoni di locazione.
Infine non possiamo che notare l’insensibilità della grande proprietà di fronte al problema abitativo ed alle difficoltà economiche dei conduttori di rapporti locativi (affittuari): sfratti avanzati per sole due mensilità e per importi risibili (1000 euro!); altri in cui si rifiuta l’accordo scritto per un piano di rientro in poche rate e si preferisce adire vie legali; società che durante la pandemia hanno rifiutato qualsiasi ricontrattazione con gli inquilini, non sfruttando dunque nemmeno il misero incentivo fiscale messo a disposizione dell’allora governo Conte II.
Di fronte a questo diluvio di sfratti, sgomberi e sequestri che sta per abbattersi su Roma, in attesa dei dati e delle impressioni provenienti dalle altre città, non possiamo che aprire l’ombrello, invitando tutte e tutti a cercare riparo nell’aggregazione e nella mobilitazione, in modo da far sentire la propria voce, forte e chiara, alle istituzioni competenti. Le nostre indicazioni rimangono chiare: massiccio incremento dell’edilizia pubblica e rivalutazione della sua funzione (diritto alla casa ed all’abitare), nuova legge sui canoni e sui rapporti locativi (introduzione di elementi calmieranti e fine dei vantaggi fiscali per chi spreme gli inquilini), potenziamento e copertura finanziaria per la piena attuazione della legge n. 199 del 2008.