Un grande gesto in un triste deserto: sul presidio USB al Teatro dell'Opera di Roma

Roma -

Si è svolto martedì 10 dicembre 2019 un partecipato e animato presidio indetto dai lavoratori del Coordinamento Cultura dell'USB di fronte al Teatro dell'Opera di Roma, nel giorno dell'inaugurazione della stagione 2019-2020.

 

L'USB, in un momento di profonda crisi del settore e di grande difficoltà dei lavoratori, i quali vivono sulla loro pelle gli effetti di politiche tese alla costante precarietà e all'imposizione del lavoro povero anche in tale ambito, ha voluto coraggiosamente marcare il passo da ogni atteggiamento passivo o accondiscendente e ha deciso di scendere in piazza per questo primo momento di denuncia e di lotta.

 

Il Teatro dell'Opera di Roma è senz'altro emblematico del panorama che dobbiamo affrontare: la gestione del sovrintendente Carlo Fuortes ha stremato le resistenze dei lavoratori, attuando un piano di smantellamento dei diritti e delle condizioni economiche che va fermato. In tale contesto, USB prende le nette distanze dalla linea sindacale di Cgil-Cisl-Uil e Fials, accondiscendente verso una politica che vorrebbe presentare come ineluttabile un orizzonte di precarietà e del tutto priva di spirito d'iniziativa conflittuale.

 

Inammissibili gli accordi che prorogano la precarietà (fino a termini ultra-decennali!) e non inseriscano, invece, la riforma delle piante organiche. Inammissibile rivendicare la bontà di un accordo (quale quello del 3/12/19) che, a parte i contenuti per nulla condivisibili, sarebbe stato “approvato” dal 5,3% dei lavoratori, dichiarandone invece la grande approvazione democratica! È chiaro, che di fronte a questo quadro, va iniziata un'altra storia, va ridato un altro orizzonte.

 

Al presidio è poi seguito un incontro, che USB aveva richiesto, con il Consigliere delegato ai rapporti sindacali del ministro Dario Franceschini. La delegazione USB ha esposto tutte le ragioni del presidio, dalla contrarietà al ricorso agli appalti, alla necessità di un CCNL unico per i lavoratori dei beni culturali che eviti il ribasso salariale applicato dalle cooperative e dalle aziende, alla necessità di potenziare lo spettacolo dal vivo, combattendo la precarietà dei lavoratori e rilanciando le produzioni, chiamando lo Stato a un maggior intervento, anche in termini di controllo, come nella nomina dei sovrintendenti (spesso responsabili di malagestione). USB ha poi presentato al Ministero una nota di proposte per la crisi specifica del Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania.

 

USB rileva come tutti i punti presentati siano stati ascoltati con attenzione e altresì rileva come il Consigliere del ministro, dott. D'Andrea, abbia accolto con favore alcuni spunti critici da noi presentati, ribadendo, ad esempio, che non sarebbe intenzione del Ministero lanciare un'ulteriore ondata di privatizzazioni nei beni culturali; che è condivisibile la richiesta di USB d'innalzare le tutele dei lavoratori in appalto applicando loro un CCNL prossimo a quello dell'Ente pubblico; che sarebbe intenzione del ministro Franceschini lavorare per un rilancio della musica lirica in Italia; che vi è consapevolezza per il Ministero della grave e inaccettabile precarietà che insiste sui lavoratori dello spettacolo dal vivo, e che vi è volontà di ricercarne soluzioni.

 

È chiaro che si è svolta solo un'interlocuzione che va supportata, al di là delle parole, con i fatti. Per questo USB incalzerà il Ministero su quanto in positivo proferito martedì 10, e richiederà di proseguire il confronto, affinché vada nelle direzioni richieste dai lavoratori, consapevole che quella che va affrontata è una battaglia per la riconquista della cultura, per il lavoro, per la dignità e per i diritti.

 

 

 

Roma, 11 dicembre 2019

 

 

 

Coordinamento Nazionale Cultura Usb