Tutela per la salute di lavoratrici e lavoratori del commercio e della GDO: servono più controlli nei luoghi dello shopping
E’ di poche ora fa la notizia che in base ad un’indagine condotta da Confcommercio un consumatore su quattro non acquisterà regali di Natale.
“A causa dell’emergenza sanitaria sarà praticamente impossibile il classico scambio sotto l’albero con parenti ed amici” lamenta l’associazione datoriale, secondo cui il calo della spesa complessiva sui regali arriva al 18 %.
In realtà il budget per i regali di Natale cala perché la crisi sta cadendo pesantemente sui lavoratori, gli inoccupati e le loro famiglie: questo non lo dicono. Lavoratori che vedranno una tredicesima misera per effetto della cassa integrazione. Lavoratori che ancora non hanno percepito la cassa integrazione dei mesi scorsi perché non anticipata dai datori di lavoro. Lavoratori con salari bassi, mentre gli ammortizzatori sociali sono del tutto insufficienti a garantire una vita dignitosa.
Eppure nel Lazio è bastato che l’indice Rt si attestasse sotto l’1 per far arrivare l’ok dell’amministrazione regionale alla riapertura di maxi store e mercati all’aperto.
Siamo assolutamente consapevoli delle difficoltà che hanno dovuto affrontare gli ambulanti di Roma e Lazio in questi mesi, che sono state se possibile, sicuramente più drammatiche di quelle dei piccoli imprenditori e dei commercianti.
Non ci vuole però molto a capire che ciò comporterà un massiccio spostamento di cittadini verso questi luoghi dello shopping natalizio. Risultato? Un importante innalzamento dell’indice di rischio per gli operatori, che saranno esposti ancora di più al contagio dovuto al sovraffollamento delle strutture.
Le amministrazioni regionali e comunali, prima di sperticarsi a firmare ordinanze che assecondino i desiderata delle multinazionali del commercio e della grande distribuzione, si facciano garanti della salute e della sicurezza delle migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore.
Vogliamo che si impongano delle misure di contingentamento più stringenti e controlli sull’utilizzo dei dpi, attività che non possono essere appannaggio dei lavoratori stessi.
Se gli stessi DPCM hanno sempre sancito la possibilità delle aperture dei negozi, a patto che vengano rispettate le regole del distanziamento e del contingentamento, è essenziale che nel mese di dicembre, che è da sempre il mese che vede il sovraffollamento delle strutture commerciali, le regole si rispettano.
Non si tratta solo della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, ma di una questione di salute pubblica che ci riguarda tutti.
Non trasformiamo i luoghi dello shopping sfrenato nei luoghi dove il virus possa proliferare.
Non per favore ma per diritto.
USB COMMERCIO