Servizi Educativi, dopo la sospensione del “sistema a bolle” dilagano i contagi ma per Regione Lazio e Comune di Roma va tutto bene

Roma -

L’emergenza sanitaria legata alla pandemia ha ulteriormente aggravato le precarie condizioni lavorative nei Servizi Educativi e Scolastici, mettendo drammaticamente a nudo i problemi strutturali da troppo tempo irrisolti. USB torna a denunciare il malfunzionamento in termini sanitari dei Servizi Educativi e Scolastici con l’abolizione del “sistema a bolle” introdotta dalla circolare della Regione Lazio n. 577343 del 02/07/2021 che ne dispone la sospensione dal 01/09/2021, e il deplorevole accordo sindacale del 4 agosto da noi subito contestato e non condiviso.

L’eliminazione del sistema a bolle ha provocato l’aumento dei contagi tra educatrici e bambini, con la conseguente messa in quarantena di numerose famiglie e i relativi problemi organizzativi, lavorativi ed economici. Il personale educativo e scolastico, al quale non è garantita la stabilità nel gruppo, diviene elemento di ulteriore contagio per tutti coloro che vivono ed operano nelle strutture.

USB ha intrapreso la battaglia sulla fornitura delle mascherine FFP2 a tutto il personale sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria e nell’agosto 2020 ha pubblicato e distribuito il documento “Sicuri a Scuola”, inviandolo a tutte le istituzioni nazionali e regionali. La legge n.133 del 24 settembre 2021, art.1 comma 2, recepisce finalmente la nostra richiesta e dispone l’obbligo di fornire alle lavoratrici e lavoratori filtranti respiratori di tipo FFP2-3. Una vittoria per chi, come USB, ha sempre sostenuto testardamente questa battaglia, ma innanzitutto una conquista a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, delle/dei bambin*, delle loro famiglie e dei servizi stessi.

La nostra città necessita di serie politiche educative e di una nuova distribuzione delle strutture che tenga conto del nuovo tessuto sociale e urbanistico. Basta con la fandonia del “non ci sono nascite”, questa è una foglia di fico per non vedere il problema e non investire nel potenziamento della rete, soprattutto nelle periferie dove si moltiplicano le sacche di povertà educativa, sociale e culturale.

La ricetta c'è ed è di facile attuazione:

  • rivedere e riorganizzare tutto l'attuale patrimonio educativo a gestione diretta;
  • rilanciare e riqualificare il servizio pubblico;
  • prevedere la diminuzione dei rapporti e incrementare l'attuale pianta in dotazione organica;
  • stabilizzare il precariato, senza se e senza ma!

Alla politica che dirà che non ci sono i soldi, risponderemo che “l'Educazione è un investimento e non una spesa!”. Investimento indispensabile, volto a contrastare la povertà educativa, sociale e culturale, oltre che il divario territoriale e la disoccupazione femminile. La Cultura dell'Infanzia ci appartiene e la difendiamo con forza e tenacia.

p.Esecutivo e Rsu di USB Roma Capitale - Settore Educativo e Scolastico

Alessandra Dell’Acqua

Fabiana Rinaldi

Ramona Pompei

usbzerosei@gmail.com

Roma, 21 gennaio 2022