Roma TPL, il Comune conferma le accuse di USB: bus non sicuri, a rischio l’incolumità di cittadini e lavoratori

Roma -

Non era uno sciopero campato in aria, quello proclamato il 12 luglio scorso da USB nelle aziende di Roma TPL, motivandolo con i gravissimi problemi di sicurezza che mettono a rischio l’incolumità di lavoratori e cittadini sulle linee gestite dal consorzio.

Lo dimostra la durissima lettera con la quale il vicesindaco e assessore ai Trasporti Pietro Calabrese chiede conto all’Agenzia per la Mobilità del disastro di Roma TPL. Dopo le ripetute denunce e lo sciopero USB, l’assessorato ha avviato controlli a campione sui mezzi ai capolinea Rebibbia, Ponte Mammolo, piazzale Agricoltura e Acilia, dai quali è emerso che solo 5 delle 35 vetture esaminate erano in regola. Su tutte le altre sono stati riscontrati problemi oscillanti dal bloccaporte non funzionante all’aria condizionata guasta, dai problemi al motore a quelli alle sospensioni. Per tacere delle tendine parasole assenti e dei campanelli di richiesta fermata non funzionanti.

La lettera dell’assessore è la conferma che le aziende del TPL non fanno manutenzione e che l’Agenzia per la Mobilità non controlla. Esattamente come denunciava USB nel documento di proclamazione dello sciopero.

Riscontrata la fondatezza e la gravità dei problemi, è ora di intervenire tempestivamente e con la necessaria durezza contro aziende inadempienti rispetto al contratto di servizio, sprezzanti dell’incolumità di cittadini e lavoratori, vessatorie contro gli autisti che osano denunciare.

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