Rogo tossico del TMB di Malagrotta, il presidio in Campidoglio: mettere subito in sicurezza cittadini e lavoratori
Quanto accaduto nel pomeriggio di ieri 15 giugno 2022, con il devastante incendio divampato nello stabilimento TMB di Malagrotta, di proprietà dell’imprenditore Manlio Cerroni, non è che l’epilogo di una storia che va avanti da decenni nella Capitale.
Da quando le amministrazioni regionali e locali hanno deciso di esternalizzare gran parte dei processi della filiera del trattamento dei rifiuti, affidandole a soggetti privati che sono spesso balzati alla cronaca per la gestione scellerata degli impianti di loro proprietà. Come quando venne disposta la chiusura della discarica di Malagrotta perché non rispettava gli standard di sicurezza.
Ma a subirne le conseguenze, si sa, non sono gli amministratori o i politici di turno che negli anni si sono susseguiti senza risolvere l’annosa questione dei rifiuti.
Piuttosto sono i cittadini, che si vedono ancora una volta minacciati anche dall’attuale Sindaco di Roma Roberto Gualtieri che promette di risolvere l’emergenza, con la brillante idea di costruire un nuovo ecomostro di dimensioni imponenti. Si sceglie quindi di non investire nel ciclo virtuoso della raccolta e dello smaltimento, a partire dalla ripresa della raccolta porta a porta in tutti i quartieri fino al riutilizzo dei materiali di risulta. Tutt’altro, si sceglie la via più semplice ma anche quella più dannosa, che avvelenerà l’aria e i polmoni dei cittadini romani e dei lavoratori coinvolti.
Ci verrebbe da dire alla romana... Così semo tutti boni a governà!
Ed in fondo sappiamo bene che dietro la promessa fin troppo surreale di Gualtieri di voler risolvere radicalmente l’emergenza rifiuti in tempi brevi con l’ennesima bomba ambientale del termovalorizzatore, in realtà si annidano altre pericolosissime insidie. A partire dalla riproposizione di un meccanismo di finanziamento ai privati, attraverso l’”esproprio” di finanziamenti pubblici, come quelli destinati nel PNRR alla transizione ecologica. Soldi che pagheranno i contribuenti, con l’aumento delle tasse e delle bollette ma che andranno dritti dritti nelle tasche del Cerroni di turno o, come ipotizziamo, ai soci azionisti di aziende privatizzate come Acea che da tempo punta a metter mano sopra il tesoretto che proviene dello smaltimento dei rifiuti, pagati a peso d’oro.
Intanto, chi si sta facendo carico di mettere in sicurezza i cittadini che si stanno respirando diossine e polveri sottili altamente cancerogene?
Di certo possiamo dire che nessuno fino ad ora si sta preoccupando di mettere in sicurezza gli operatori e le operatrici Ama che questa mattina sono stati costretti a recarsi nei luoghi di lavoro adiacenti al rogo, nonostante fossero impestati di aria irrespirabile e fumo. Molti di loro si sono visti costretti ad allontanarsi dall’area per mettersi in sicurezza. L’ennesima vergogna nella vergogna!
Noi di certo non resteremo a guardare e il prossimo 28 giugno saremo in presidio in Campidoglio, assieme alle tante realtà cittadine, per ribadire il nostro fermo NO agli inceneritori e un fermo SI alla difesa della salute e la sicurezza di cittadini e lavoratori.
16/06/2022
USB Lavoro Privato