Risorse per Roma: la montagna ha partorito un topolino

Roma -

Dopo 11 lunghi anni di lotte, di attese e di false promesse, per i 66 lavoratori del comparto Presidi della municipalizzata Risorse Per Roma, che operano nell’ambito dell’accoglienza e della reception presso siti e municipi capitolini, arriva la prima boccata d’ossigeno: l’armonizzazione al CCNL Terziario.  Per oltre un decennio penalizzati e discriminati contrattualmente rispetto alla restante parte di lavoratori, a fronte di un sempre maggiore aggravio di mansioni richiesto da Roma Capitale.

Un risultato senz’altro importante ma con un retrogusto amaro: alle dipendenze della municipalizzata, sin dal 2012, si esclude per loro il riconoscimento del superminimo, questo è garantito invece dalla contrattazione aziendale a tutti i dipendenti assunti entro l’anno 2015, l’applicazione di quanto previsto dal Contratto Integrativo Aziendale in fase di rinegoziazione e del Premio di Risultato riconosciuto unicamente per l’anno in corso e vincolandolo per il futuro all’andamento della commessa sullo specifico comparto. Al fine di preservare “gli equilibri economici Aziendali” non si è di fatto sanato il gap relativo alla disparità di trattamento tra i lavoratori dei presidi e il restante personale di Risorse Per Roma.

D’altronde la maggiorazione alla retribuzione base, quale è il superminimo, avrebbe potuto innanzitutto compensare la perdita economica determinata dal decennio trascorso nell’attesa che l’impegno assunto verso questi lavoratori dai diversi vertici aziendali che negli anni si sono succeduti, si concretizzasse con il passaggio al Contratto del terziario. 

Ancor più, se si pensa che oltre a garantire l’apertura e la chiusura degli uffici comunali presso i vari Municipi e il servizio di prima accoglienza alla cittadinanza, sono state loro assegnate negli ultimi anni mansioni sovrapponibili a quelle svolte dagli impiegati comunali, a copertura dei risaputi e diffusi vuoti di organico, per il disbrigo delle pratiche burocratiche di competenza degli uffici a seconda degli ambiti.

A fronte di tutto ciò, anche il 5° livello di inquadramento stabilito con questa armonizzazione al Nuovo CCNL Terziario, risulta inadeguato.

USB ha espresso queste considerazioni durante gli incontri aziendali tenuti ma, pur rappresentando la maggioranza dei lavoratori del comparto, è stata esclusa dal tavolo negoziale a causa del veto posto dalle altre Organizzazioni Sindacali Cgil Cisl e Uil per i quali evidentemente il concetto di rappresentatività è un dettaglio trascurabile e piuttosto astratto, ritenendo di poter ratificare sulla pelle dei lavoratori decisioni mai condivise.

Certamente un motivo in più per questa Organizzazione Sindacale per essere al fianco di tutti i lavoratori a sostegno delle loro rivendicazioni e su cui rilanciamo con la messa in campo di tutte le azioni sindacali e legali a loro tutela.