Regione Lazio: negozi aperti fino alle 21,30, nessuna considerazione per le difficoltà dei lavoratori del commercio

Roma -

 

L’ordinanza del 30 aprile a firma del presidente Nicola Zingaretti dispone l’apertura dei negozi fino alle 21,30, allungando di fatto di due ore e mezzo l’orario previsto nella precedente ordinanza regionale.

 

La categoria degli operatori del commercio e della grande distribuzione organizzata è una delle più esposte al contagio dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, per via del contatto obbligato con il pubblico. La Regione Lazio però, anziché predisporre maggiori tutele per la loro salute, anche in vista delle aperture di altri settori commerciali, prolunga ulteriormente gli orari di lavoro, benché non ci sia una reale necessità dei consumatori. Anzi, in un momento critico come quello che stiamo vivendo, far circolare gente fino a oltre le 22 con il pretesto dello shopping non fa che aumentare il rischio di diffusione del virus.

 

Vogliamo ricordare che l’aumento esponenziale della produttività, soprattutto dei grandi marchi dei supermercati, negli ultimi mesi ha fatto spesso il paio con un netto peggioramento delle condizioni di lavoro: carichi di lavoro aumentati, carenza di DPI (specialmente nella fase iniziale), pause non sufficienti al recupero di chi deve lavorare per ore con una mascherina.

 

Che la necessità di lavorare di più incentivando il profitto, senza badare alla salute di lavoratori e utenti, provenga dalle aziende e dai rappresentanti delle categorie, non ci stupisce. Che la Regione Lazio risponda alla chiamata senza conoscere le condizioni in cui stanno lavorando le lavoratrici e i lavoratori del commercio dall’inizio della crisi, ininterrottamente, è inaccettabile!

Nel Lazio esistono ancora aziende che non rispettano le norme di sicurezza previste, esponendo i lavoratori e gli utenti al rischio, senza che la Regione abbia mai programmato una verifica di concerto con i Comuni.

Nonostante l’aumento del fatturato e dei profitti del settore, uno dei pochi non toccati dalla crisi generalizzata, le aziende non hanno previsto alcun incremento dell’occupazione, utile in questa fase ad alleggerire il carico di lavoro e a favorire l’occupazione in una crisi così grave.

 

USB richiede un confronto con il presidente Zingaretti, a partire dall’analisi attenta di quanto sta succedendo nel settore per arrivare a misure idonee a tutelare maggiormente la salute pubblica e quella di lavoratrici e lavoratori che hanno già pagato a caro prezzo questa emergenza.

 

Salute e sicurezza – Riduzione dell’orario di lavoro – Occupazione stabile

 

USB Commercio