Porta di Roma, shopping a rischio dopo le 21. USB: da sabato 22 lavoratori e lavoratrici aderiscono allo sciopero contro i nuovi orari del centro commerciale
Saracinesche abbassate dalle ore 21 in segno di protesta contro la decisione del centro commerciale di estendere alle 22 l'orario di apertura al pubblico. È iniziata sabato 22 luglio la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici di Porta di Roma con sciopero indetto da USB che si protrarrà almeno fino al 31 luglio.
Ma la questione degli orari, sicuramente la più sentita dai dipendenti del centro commerciale, è però la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una situazione complessiva di noncuranza per la salute, la sicurezza e la professionalità dei lavoratori, ma anche di indifferenza per il benessere di chi frequenta Porta di Roma per lo shopping.
Il nuovo management a Porta di Roma ha infatti già creato un diffuso malcontento: scaldando gli animi di dipendenti e clienti anche in senso letterale, a causa della scelta green del direttore di tenere la climatizzazione delle gallerie su temperature più alte che in passato, e nonostante l'emergenza caldo di questi giorni. Tale scelta pubblicizzata come scelta ecologica, sembra però avere un risvolto meramente economico e di risparmio. Infatti l'onere della refrigerazione ricade quotidianamente e interamente sui consumi interni dei negozi che si sono trovati a dover fronteggiare una serie di lamentele dei clienti, oltre che di malori e svenimenti anche tra i lavoratori.
A ciò si aggiunge la preoccupazione sulle condizioni in cui versano le aree comuni di ristoro riservate ai dipendenti: compattatori carichi oltre i limiti e lasciati aperti e accessibili per ogni sorta di fauna, immondizia non rimossa, scarsa pulizia delle suppellettili, guano di piccione, che rendono insalubre e malsana la zona.
E da ultimo, come colpo di grazia, è arrivata la decisione di ripristinare l'orario di apertura al pubblico fino alle 22. Tale decisione è inaccettabile per molte ragioni, e non soltanto perché non sussistono reali vantaggi economici e di profitto, ma soprattutto perché questi orari condizionano negativamente la possibilità di conciliare tempi di vita e di lavoro dei dipendenti. La maggior parte dei punti vendita inoltre registra un drastico calo degli incassi a partire dalle 20.30, oltre a denunciare la difficoltà di pianificazione dei turni per coprire un nastro orario più esteso cui si aggiunge l'aumento dei consumi e delle spese che questo comporta.
Ma come USB evidenziamo anche un altro dato preoccupante del settore, un dato ben presente a Porta di Roma: si tratta delle dimissioni volontarie, in prevalenza delle lavoratrici -spesso madri- che si vedono costrette a scegliere di rinunciare alla propria occupazione e cercare un altro lavoro che non comporti orari incompatibili con la vita e col ruolo di cura e accudimento. Ed infatti girando per le gallerie di Porta di Roma in tante vetrine compare il cartello di “ricerca di personale”, e gli store manager ci confermano che è difficilissimo assumere, specie a queste condizioni di lavoro e di orario.
Infatti lavorare nel Commercio significa avere contratti con paghe orarie spesso inferiori agli 8 euro, turni 7 giorni su 7, festivi e domeniche incluse con maggiorazioni risibili, e se a questo si aggiunge un nastro orario che inizia la mattina presto per gli scarichi della merce e finisce molto oltre le 22, spesso in ambienti insicuri, è evidente e comprensibile la motivazione della protesta che ha preso piede a Porta di Roma.
Sabato 21 luglio è stato dunque solo il primo giorno dello sciopero proclamato da USB, che presumiamo si estenda a un numero crescente di punti vendita nei prossimi giorni fino al 31 luglio. E se da un lato denunciamo la condotta antisindacale della direzione per aver addirittura dato mandato alla vigilanza di rimuovere i cartelli di “chiuso per sciopero” che i dipendenti avevano affisso per informare la clientela, dall'altro facciamo presente che come USB non solo continueremo a sostenere i dipendenti, ma documenteremo ogni ulteriore violazione pronti a segnalarla agli organi territoriali di competenza.
USB Commercio