La sicurezza sul lavoro in RFI non è un’opinione! Il tribunale di Roma annulla la sospensione di un delegato USB

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Con la sentenza pubblicata lunedì 20 settembre il giudice del lavoro del Tribunale di Roma ha accolto il nostro ricorso contro la sanzione di 5 giorni di sospensione non retribuita che la dirigenza di RFI (ex) DTP Roma aveva comminato al componente USB della RLS 9, reo secondo le motivazioni aziendali di aver interrotto senza motivo le attività di due imprese appaltatrici.

Il caso risale al maggio 2018 quando Stefano Pennacchietti, RSU-RLS di USB, durante il servizio diurno, aveva accertato gravi violazioni della normativa sulla protezione cantieri da parte delle imprese in questione, e proceduto immediatamente alla messa in sicurezza dei lavoratori e della circolazione ferroviaria attraverso l’intimazione a sospendere le attività.

Tale azione di responsabilità fu reputata dalla dirigenza della ex DTP Roma come indebita e causa di danno economico e all’immagine di RFI. In realtà negli stessi rapporti immediati del lavoratore/ RLS ai propri superiori gerarchici era ben evidenziato che la presenza di operai nelle immediate adiacenze e addirittura all’interno del binario attivo, l’assenza di attuazione di qualsivoglia misura di protezione cantieri, erano stati rilevati in fragranza del fatto, e in assenza oltretutto, da parte dei responsabili dell’impresa presenti, dei documenti relativi all’organizzazione della protezione.

Dunque, un comportamento di pregiudizio eclatante e fortemente sospettabile di motivazioni ritorsive verso l’iniziativa concreta per la sicurezza sul posto di lavoro è stato sanzionato dalla giudice del lavoro di Roma con ben motivata sentenza, con l’annullamento della sospensione e l’obbligo di RFI alla restituzione delle spettanze economiche.

La soddisfazione di USB è grande per l’opportunità di ribadire che l’impegno per la sicurezza può fare a meno delle chiacchiere ma non dell’iniziativa diretta sui posti di lavoro, dove chi riveste ruoli di rappresentanza è chiamato alla piena coscienza del proprio ruolo e dei rischi che comporta quando è svolto all’altezza delle esigenze concrete per la tutela dei lavoratori.

Un po' di rammarico resta per averla dovuta attendere quasi quattro anni, questa opportunità, quando nel frattempo siamo rimasti praticamente i soli a dire che era assurdo accettare passivamente un attacco tanto deliberato verso un rappresentante dei lavoratori: ma tant’è, e questa consapevolezza nulla toglie alla nostra motivazione per la sicurezza sul lavoro.

Auspichiamo invece un positivo effetto di questa sentenza sulla consapevolezza di tutti i lavoratori interessati da condizioni di lavoro dove la sicurezza diventa una variabile dei piani economici d’impresa, e lì dove la differenza tra le chiacchiere e i fatti la devono fare loro stessi attraverso una ben ponderata rappresentanza.

Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Attività Ferroviarie