ISFOL: 16 dipendenti trasferiti da Benevento a Roma
Renzi non vuole alcun Istituto di ricerca pubblico realmente libero nel valutare l’impatto delle sue politiche, e men che mai per leggere in combinato disposto le condizioni di lavoro e di vita degli italian
I drammatici dati sul mercato del lavoro dell’Inps e quelli sulla crescita della povertà giovanile della Caritas evidenziano il fallimento del Jobs Act, il cui vero intento è togliere i diritti ai lavoratori e aumentare gli sgravi alle imprese.
L’istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori, che avrebbe dovuto valutarne gli effetti sul mercato del lavoro, welfare e formazione, così come previsto da uno dei decreti attuativi della riforma (150/2015), è stato reso inoffensivo mettendolo in svendita al miglior offerente.
“Ma l’inganno si palesava chiaramente proprio dentro quel decreto” - sottolinea la sindacalista Viviana Ruggeri del coordinamento nazionale USB PI Ricerca - “poiché veniva anche decisa la mobilità coattiva di 100 lavoratori di Isfol a favore della neo Agenzia per le politiche attive del lavoro (ANPAL).
Renzi non vuole alcun Istituto di ricerca pubblico realmente libero nel valutare l’impatto delle sue politiche, e men che mai per leggere in combinato disposto le condizioni di lavoro e di vita degli italiani”.
E in attesa dell’esito del referendum del 4 dicembre, anche questi trasferimenti coatti sono al momento congelati, probabilmente per non rischiare voti di protesta sull’operato del Governo. E allora, cosa fare nel frattempo prima che l’Isfol venga smantellato in caso di vittoria del Sì?
Ci ha pensato il commissario straordinario Stefano Sacchi (nominato da Renzi) e il direttore generale Paola Nicastro che con una semplice comunicazione email informano i 16 lavoratori precari della sede di Benevento che dal 1 gennaio 2017 devono rientrare a Roma nella sede centrale di Corso d’Italia 33, causa chiusura della sede.
“La motivazione addotta è fuori luogo poiché legata alle esigenze della spending review”, continua la sindacalista. La sede di Benevento, infatti, costa all’Isfol circa 20 mila euro all’anno e peraltro, trattandosi di attività di ricerca imputate ai fondi strutturali, sono spese non soggette alla spending review.
Di fatto quello che si sta chiedendo ai 15 lavoratori (11 donne e 4 uomini) della sede di Benevento è di scegliere se licenziarsi o trasferirsi a Roma con famiglia e bagagli, in barba a tutte le teorie sullo smart working.
Questa è la ricerca in Italia, questi i nuovi modelli organizzativi della pubblica amministrazione, questo l’esito di una politica del lavoro che punta a snellire la massa dei lavoratori attraverso i licenziamenti facili o cercando le condizioni per le dimissioni volontarie.
ANCHE PER QUESTO i LAVORATORI DI ISFOL saranno in sciopero il 21 ottobre e il 22 alla manifestazione NO Renzi day
Viviana Ruggeri USB P.I. – Ricerca