Roma, ACoS nel caos: 11 ispettori senza lavoro da 4 mesi, l'Agenzia senza Presidente e il disinteresse a trovare una soluzione per i lavoratori
Igiene urbana, servizi cimiteriali, museali e turistici: ecco alcuni dei Servizi Pubblici Locali di Roma Capitale che venivano monitorati dagli undici ispettori di ACoS, l'Agenzia che ha il compito di verificare la qualità dei servizi nel territorio capitolino realizzando report, studi e pareri per il Comune di Roma. Undici ispettori accreditati, con elevato livello di specializzazione e competenza, con alle spalle sei anni di collaborazione con ACoS, corsi di formazione e aggiornamento. A ridosso del 15 luglio (data di scadenza contrattuale) il Comune comunica all'allora Presidente di ACoS, Prof.ssa Elisa D'Alterio, l'impossibilità di poter procedere a rinnovi o proroghe per impedimenti normativi. Si blocca quindi l'attività ispettiva di ACoS e lavoratori e lavoratrici restano a casa senza neanche il minimo preavviso e troppe spiegazioni.
La situazione degli ex ispettori non ha mai avuto vita facile, lo testimoniano gli anni di contratti atipici e illegittimi che si sono succeduti fino al 2023, diverse difficoltà operative nelle attività svolte dagli ispettori e l'epilogo dello scorso 15 luglio. Ma la vera beffa ancora doveva arrivare. Se infatti nell'incontro congiunto avvenuto ad agosto tra i lavoratori, la presidente dell'Assemblea Capitolina Svetlana Celli e la Prof.ssa D'Alterio, si era manifestata la necessità condivisa di studiare in maniera approfondita strade alternative per la tutela occupazionale, si è passati ad un autunno fatto di molti silenzi, poche risposte vaghe e insofferenza. Se ad agosto si valutava anche l'ipotesi di una modifica della natura giuridica di ACoS tale rendere l'Agenzia in grado di svolgere la propria missione e gestire al meglio la forza lavoro puntando alla stabilizzazione degli ispettori, ad oggi tutto incredibilmente tace e della riunione di Maggioranza del 18 ottobre su “Il futuro di ACoS” non è dato sapere in maniera chiara.
La beffa è continuata quando il 12 ottobre c'è stata la presentazione della D'Alterio della relazione annuale 2022-2023 di ACoS presso la sede dell'Anci a Roma. Grandi apprezzamenti dal Comune per l'importante lavoro svolto, non soltanto per la sua utilità ma anche per la sua unicità: parole inaspettatamente confortanti giunte proprio dalla Presidente Celli. E poi, dopo una decina di giorni, sono arrivate le dimissioni della Presidente D'Alterio accompagnate da un silenzio assordante della Presidente d'Aula. E ancora una volta le richieste di incontro e di chiarimenti degli ex ispettori, ma anche da parte delle Opposizioni, sono rimaste inascoltate.
Molte contraddizioni e poca trasparenza, soprattutto nelle intenzioni. Eppure almeno il Partito Democratico, principale forza di Maggioranza dell'Assemblea Capitolina, dovrebbe avere chiaro il percorso da seguire nei confronti degli undici ex ispettori di ACoS. “Ci stiamo battendo per la qualità del lavoro, per dire basta allo sfruttamento e alla precarietà” sono le parole della segretaria del PD Elly Schlein sulla rivoluzione del lavoro che intende sostenere. Una strada chiara e definita, che non lascia dubbi né su azioni né su intenzioni da portare avanti.
Se da un lato in questo caos estenuante sono coinvolti lavoratori e lavoratrici in forte difficoltà ormai da mesi, dall'altro sono coinvolti anche i cittadini romani. D'altronde sono proprio loro gli utenti nonché i principali contribuenti di quegli stessi servizi che proprio ACoS monitora attraverso le ispezioni. Peraltro le somme stanziate per finanziare l'attività svolta dall'Agenzia sono nel bilancio del Comune di Roma. Non può quindi essere accettato oltre misura questo silenzio e questo disinteresse generale da parte dell'amministrazione capitolina.
USB ritiene grave che in una fase di difficoltà estrema sul fronte occupazionale, con dibattiti accesi nel Parlamento sulla necessità di dare dignità al lavoro, sia proprio un ente pubblico a generare disoccupazione e sfruttamento. Continueremo al fianco dei lavoratori la battaglia per il loro futuro lavorativo e affinché qualcuno spieghi ai cittadini di Roma come vengono utilizzate le risorse pubbliche.
USB Federazione di Roma