Green pass, servizi pubblici ridotti in molte città. Le prefetture intervengano affinché a pagare non siano lavoratori e cittadini! Venerdì 22 presidio a SS.Apostoli

Roma -

I recenti Dpcm che hanno reso obbligatorio il possesso del green pass per recarsi al lavoro, stanno da settimane sollevando la rabbia dei lavoratori in tutto il Paese. Una misura che non solo si fa beffe delle migliaia di lavoratori e lavoratrici costretti in pieno lockdown ad andare a lavorare senza neppure le mascherine o le benché minime misure di sicurezza, ma che oggi li costringe a pagarsi i tamponi per lavorare, pena la sospensione dal lavoro e la perdita dello stipendio.

Ricade così sulle spalle e nelle tasche dei soli lavoratori la responsabilità di contrastare la diffusione del virus, mentre i datori di lavoro abbassano la guardia sulle misure di prevenzione e di tutela della salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, nonostante siano obbligati a farlo dalla legge 81/2008.

Ma non solo! Si stanno registrando in molte città forti ripercussioni anche a danno dei cittadini, soprattutto nei servizi pubblici essenziali, a partire dal trasporto urbano fino alla raccolta dei rifiuti, dai servizi presso le scuole comunali ai servizi presso i municipi. A Roma i cassonetti cominciano ad essere stracolmi e saltano le corse dei bus: sembra che ciò non interessi al governo, ai prefetti né tanto meno alle aziende e alle amministrazioni locali che per legge devono garantire alla cittadinanza la piena operatività dei servizi essenziali.

USB ritiene inaccettabile che a pagare la scelta dell’obbligo del green pass siano solo i lavoratori e i cittadini! Costa molto di più alla collettività e all’economia del paese privare i lavoratori dello stipendio e i cittadini di servizi pubblici che pagano regolarmente con le tasse. .

Venerdì 22 ottobre alle 9 presidio alla Prefettura di Roma.

Tamponi gratuiti a tutti i lavoratori, per garantire la regolarità dei servizi pubblici ai cittadini!

USB Roma Capitale