Dopo i decreti sicurezza l'accoglienza è in crisi, non devono pagarla i lavoratori di Virtus Italia
L’Associazione Virtus Italia vive da quasi un anno una situazione di estrema crisi finanziaria, che l’ha portata a richiedere una procedura di concordato preventivo per salvarsi dal fallimento.
Una crisi che costringe le lavoratrici e i lavoratori in un limbo di incertezze occupazionali e salariali. Le ripercussioni più pesanti si sono abbattute in particolare sul ramo del settore accoglienza stranieri, già fortemente minacciato dalle politiche governative degli ultimi mesi.
Leggi NotiziaL’Associazione ad oggi ha ancora in assegnazione due SPRAR nel Comune di Roma e due CAS nel Comune di Napoli: tre di queste strutture hanno uno sfratto esecutivo, perché l’Associazione non ha provveduto a pagare gli affitti e le utenze.
Come se non bastasse le lavoratrici e i lavoratori della Virtus Italia hanno diverse mensilità pregresse congelate all’interno del piano concordatario, mentre i pagamenti degli stipendi correnti arrivano in ritardo e spesso non in soluzione unica.
Qualche giorno fa è giunta alle organizzazioni sindacali la proposta da parte nuovo cda di “pignorare” il 20% degli stipendi, cosa per ora rispedita al mittente solo a Roma, mentre a Napoli sembra che i sindacati stiano trattando sulla percentuale.
Nonostante lo stato di forte precarietà i lavoratori e le lavoratrici cercano di offrire servizi di qualità nel rispetto dell"utenza e del mandato ricevuto dall'ente committente.
Come USB riteniamo inaccettabile che le colpe di gestioni sbagliate continuino a gravare su questi lavoratori e lavoratrici e che un decreto legge nazionale non abbia preso in considerazione la forza lavoro del settore e che il governo attuale non si pronunci sulla questione del decreto sicurezza che dopo aver pesantemente colpito i Centri di Accoglienza Straordinaria oggi si appresta ad incidere negativamente sui livelli occupazionali degli SPRAR.