Basta appalti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: USB ottiene un incontro sull’internalizzazione dei servizi

Roma -

Durante la mobilitazione che si è tenuta il 15 Luglio 2021, dei lavoratori degli appalti e dei sub-appalti che operano all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei servizi tecnologico, facility management e pulimento, USB è stata ricevuta dai vertici amministrativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nello specifico dal Vice Segretario Generale.

Alla mobilitazione erano presenti, in solidarietà, anche una delegazione dei lavoratori della Pubblica Amministrazione in quanto consapevoli che il sistema degli appalti non solo ha reso sempre più precari i lavoratori degli appalti stessi ma ha mortificato la professionalità dei lavoratori della pubblica amministrazione.

Durante l’incontro USB ha ribadito come, da anni, i lavoratori degli appalti, di riconosciuta affidabilità, riservatezza e professionalità sono oggetto di un costante processo di precarizzazione. Questa è dovuta alle continue gare di appalto a ribasso: in alcuni casi, come per i lavoratori del servizio informatico, queste prevedono assunzioni con contratti a tempo determinato della durata di sei mesi.

USB, in sede di incontro, ha chiesto al Vice Segretario Generale un intervento finalizzato alla reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori coinvolti negli appalti all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, evidenziando quanto il costo degli appalti sostenuto dall’Amministrazione sia oneroso. Parliamo di circa 100 mln di euro per contratti di servizio, con durata che va dai tre ai sette anni.

Il Vice Segretario ha mostrato interesse per le questioni poste e si è reso disponibile, in tempi rapidi, ad elaborare una ipotesi di percorso finalizzato alla stabilizzazione: a partire dai lavoratori informatici, con scadenza di contratto di lavoro e di commessa ai primi di settembre. Ci auspichiamo che quanto affermato dall’Amministrazione venga messo in atto e che si trovino risorse e soluzioni per i circa 300 lavoratori coinvolti in tutti gli appalti all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il sistema degli appalti non funziona, come è stato dimostrato in questi ultimi 20 anni; non solo perché, inevitabilmente, è stato sperperato il denaro pubblico, ma soprattutto perché ha ridotto migliaia di lavoratori e lavoratrici in una evidente condizione di precarietà e di povertà.

Questo anno e mezzo di emergenza sanitaria ha fatto emergere tutto quello che non funziona in questo paese dalla sanità, alla scuola, fino ad arrivare al sistema degli appalti.

USB continua ad essere accanto a tutte le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti in tutti gli appalti nella Pubblica Amministrazione e a sostenere il processo di reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori come sola ed efficace soluzione. Per uscire dalla crisi causata dalla pandemia non serve più finanziare le aziende attraverso i decreti ristori, ma dare dignità al lavoro e ai lavoratori.

Ci auspichiamo che, questa volta, arrivino risposte positive dalla parte politica.

 

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