Asili nido Roma, la denuncia USB sulla chiusura di 12 nidi smuove le acque: il Campidoglio chiede la sospensione della circolare
Dopo il comunicato in cui USB denunciava la decisione del Comune di Roma di ridurre l’offerta dei nidi, definendola “scellerata”, l’assessore al Personale Antonio De Santis e la sua collega Veronica Mammì della Scuola hanno chiesto alla Dirigente del Dipartimento politiche educative, Maria Teresa Canali, di sospendere l’efficacia della circolare da lei emanata, nella quale insieme alla chiusura di 12 nidi e alla riduzione dell’attività di altri 3, si dispone la ricollocazione del personale.
Una presa di posizione politica di grande rilevanza che getta - ancora una volta, purtroppo l’ennesima - una luce sinistra sull’erosione dei servizi pubblici nella città. Il fatto che chi dirige le strutture romane deputate alla fornitura di servizi educativi decida di chiudere i nidi, oltre che essere inaccettabile, rappresenta un nodo da sciogliere per chi è stato eletto alla guida della città con aspettative di cambiamento reale.
Come scrivono gli assessori pentastellati, la chiusura è avvenuta senza che ne fossero informati, e non abbiamo dubbi in merito considerati anche gli impegni per la riapertura “senza se e senza ma” presi pubblicamente dalla sindaca Raggi in visita agli asili appena ristrutturati, respingendo le solite indecenti scuse sulla mancanza di arredi (andati perduti durante le ristrutturazioni, sic!).
Dopo gli sforzi per dar seguito all’impegno di ripubblicizzazione dei servizi, trovarsi a chiudere i nidi in una città metropolitana per una presunta carenza di richiesta da parte degli utenti è una deriva inaccettabile. Davvero pensano di farci accettare la favoletta che dopo la pandemia i nidi non servono perché non c’è richiesta?
Per favorire la concorrenza dei privati si è erosa per un ventennio la qualità dell’offerta (i nidi comunali hanno compresso sempre più gli orari, divenendo incompatibili con le necessità dei genitori che lavorano), e poi c’è anche la visione della città e dei suoi bisogni su cui come USB abbiamo acceso a più riprese i riflettori, indicando nelle periferie un bacino di bisogni enorme ed ignorato dall’amministrazione.
Come sindacato abbiamo più volte messo in guardia l’amministrazione Raggi (o almeno la parte più coerente con gli impegni elettorali della sindaca) sul fatto che i dirigenti dell’amministrazione, pur accogliendo con larghi sorrisi il nuovo corso politco, erano in realtà i corresponsabili dello sfacelo e della deriva dei servizi nella città.
Oggi abbiamo avuto un’ulteriore evidenza di ciò. Speriamo che Roma Capitale abbia il coraggio di una reazione all’altezza.
USB Servizi Educativi e scolastici