8 Marzo di sciopero e lotta anche a Roma: USB alla sede Acea contro discriminazioni e vessazioni
In occasione dello sciopero generale indetto da USB contro ogni forma di violenza di genere, a Roma questa mattina una folta rappresentanza di lavoratrici e lavoratori di diversi settori si sono dati appuntamento a Piazzale Ostiense, insieme agli abitanti delle periferie, per denunciare l'arroganza di Acea che continua a non rispondere alle richieste di chiarimenti sugli atteggiamenti discriminatori riservati alle operatrici della vigilanza.
Dall’alto del suo milione e trecentocinquantamila euro di stipendio annuo, l’A.D. Fabrizio Palermo ha confermato tutta la sua prepotenza, facendo trovare i cancelli serrati, sigillati ancor prima che il presidio iniziasse. Latitante anche la nuova presidente Barbara Marinali, che sembra essere del tutto in linea con l'atteggiamento omertoso registrato fino ad oggi dalla dirigenza e dal sindaco Gualtieri che, ricordiamo, ha fortemente voluto proprio Palermo e Marinali alla guida della società partecipata.
Ma il silenzio di Acea è stato interrotto dalla contestazione di decine di lavoratrici, lavoratori e utenti che, a suon di tamburi e fischi, hanno chiesto trasparenza nelle inchieste sui drammatici fatti denunciati dalle lavoratrici della vigilanza e l'assunzione di provvedimenti esemplari nei confronti dei dirigenti eventualmente coinvolti. USB ha inoltre denunciato le paghe da fame con cui i lavoratori dell'appalto vengono retribuiti dalla Cosmopol, azienda già nota a molte procure del Paese per l'elevato sfruttamento dei dipendenti, chiedendo l’internalizzazione di tutti gli operatori della vigilanza in Acea.
Gli interventi che si sono succeduti, oltre ad esprimere piena solidarietà alle vigilantes, hanno ben rappresentato anche il grave disagio che la cittadinanza sta subendo per via dei rincari sproporzionati delle bollette da parte di Acea, oltre che del dramma dell'aumento dei distacchi forzosi per morosità. Anziché intervenire per sostenere economicamente le famiglie messe in ginocchio dal carovita, il Comune si serve di Acea per aumentare i propri profitti e quelli dei soci privati, anche attraverso il progetto dell'ecomostro del termovalorizzatore.
Per questo USB ha preannunciato che metterà in atto altre iniziative, per pretendere dal Comune e da Acea il blocco dei distacchi e il calmiere ai rincari delle utenze.
L’8 marzo continuerà per noi, dentro e fuori i posti di lavoro, anche dopo la giornata di sciopero e mobilitazione di oggi, perché non intendiamo fare sconti a chi specula sulla pelle delle lavoratrici, dei lavoratori e degli utenti, a partire dalle aziende pubbliche come Acea.
USB Confederazione di Roma